Rassegna stampa


“..strepitosa..” “..madonnina dadaista..” “..una voce che graffia e soffre..”

Pier Andrea Canei (l’Internazionale)

“..voce polimorfa..dalle doti eccezionali..” “..I testi della Barbarito sono sempre deliranti, politically incorrect, paradossali, ricchi di bisticci semantici. Sono venati di un sarcasmo che esorcizza ogni sentimentalismo di maniera..” “..voce struggente..” “..diversamente contemplativa, grottescamente ironica..”

Vincenzo Sardelli – Krapp’s Last Post

“..13 very different tracks, masterfully woven together by Barbarito’s powerful vocals..”

Megan Iacobini De Fazio (Song Lines Great Britain)

“..da mille collaborazioni fruttuose e trasversali..una voce potente e duttile..centra il bersaglio sparigliando le carte del conformismo folk, muovendo decisi passi nel meticciato del domani..”

”..il Signore del Folk ce la conservi, questa Arsenia Lupin flessuosa di armonie e ritmi dalla Sicilia e dal Messico, di melodie rom e iberiche, greche e italiane d’autore. Un bel disordine eccellente.”

Guido Festinese (Il Manifesto)

“..echeggia il canto, i suoni arcaici, lontani di Camilla Barbarito, che già è stata una presenza importante in altri spettacoli di Russo, e qui nel ruolo del Coro accompagna il pubblico verso una dimensione primitiva. Anche la Medea di Romina Mondello ne è una espressione forte… proprio come in un rituale. E’ l’aspetto più originale e interessante della messa in scena..”

Anna Bandettini (giornalista de La Repubblica)

“..una fantasmagoria vocale e sonora abbastanza impressionante..” “..indovinatissime le due interpreti..” “..Star dell’underground e voce da fuoriclasse..”

Sara Chiappori (Hystrio, La Repubblica)

“Per chi non la conosce un’occasione da non perdere. Istrionica e carismatica in scena..autoproclamata ‘diva della monnezza’ è una presenza disturbante che omaggia le strade in cui è nata”

Livia Grossi (Il Corriere)

”Camilla Barbarito è così tanta come artista che ogni tanto le serve una nuova identità, quella di Nina Madù […] un’occhiata continua al lato più sghembo e incredibile, eppure verissimo. Come se fosse uscita da una qualche grata della metropolitana, scintillante, meravigliosa e orrida allo stesso tempo.”

Luigi Bolognini (La Repubblica)

“..un seguirsi di invenzioni ardite, grazie a sintetizzatori e altre diavolerie ipertecnologiche con cui la musicista riuscirà a sviluppare un vero e proprio cantico dell’angoscia e della paura, con alcune vette di gran pregio sia dal punto di vista dell’esecuzione che della variazione sul tema ..”

Renzo Francabandera Krapp’s Last Post

“Although this is an album of folk songs, the rich variations in theme and style just may astound you… Barbarito’s vocals are strong throughout as she has a more earthier style than that of Savage Rose’s Anisette, yet with a similar appeal here. This whole album is highly appealing especially if you like wide, vibrant music with that certain Italian flair.”

David Hintz (FolkWorld, Deutschland)

“..vulcanica interprete..”

Simona Spaventa (La Repubblica)

“..emozionante commento canoro, tanto struggente quanto inesplicabile..”

Antonio Stefani (Il Giornale di Vicenza)

”Vocalist passionale e travolgente, mai tentata dalle mezze misure”

“…la voce della Barbarito è sufficientemente versatile per mutare di continuo il punto di vista timbrico… il suo disco (Sentimento Popolare) è privo dei difetti tipici della world music patinata, stilizzato al meglio nelle sue componenti primarie e non avaro di tratti sperimentali.”

Piercarlo Poggio (Blow Up)

“..raccolta di stravaganze cabarettistiche e di ilari atti di violenza compiuti sui generi musicali più disparati, con vocalizzi liricizzanti innestati su atmosfere in stile dark wave e raffinati sfottò al cantautorato nostrano..”

Andrea Meroni (1977)

seguendo quel filo sottile tra il divertimento leggero ma mai superficiale e l’impegno il tutto giocato su quell’equilibrio che rendono certe serate frizzanti e degne di essere vissute, tenute nella memoria, raccontate…

E’ in sospensione nel suo rock demenziale a cavallo tra Alice ed Elio e le Storie Tese, tra Giuni Russo e gli Skiantos. E’ indifferente ai destini del mondo. Parla più che cantare, un po’ come il frontman degli Offlaga Disco Pax, ma quando apre l’ugola stempera la platea ricordandoci il grido di “The great gig in the sky” dei Pink Floyd”

Tommaso Chimenti (Hystrio, Recensito, Lungarno)

“La voce della cantante, Camilla Barbarito, riesce nell’impresa fonetica della trasformazione zoomorfica, incarnando negli acuti, nei vocalizzi da regina della notte mozartiana, l’esprit de finesse strenuamente ricercato tra le ali dei volatili.”

Danilo Caravà da MilanoTeatri.it